Il Neuromonitoraggio avanzato per i neonati pretermine

I neonati prematuri affrontano le prime settimane di vita in Terapia Intensiva Neonatale, un ambiente ad alta complessità in cui vengono sottoposti a numerosi stimoli e procedure necessari alla loro sopravvivenza: dalla ventilazione meccanica ai prelievi di sangue, fino alle cure quotidiane di assistenza e contatto. In questa fase delicatissima, il cervello è nella sua massima vulnerabilità e particolarmente sensibile a fattori come il dolore, lo stress e le variazioni dei sistemi fisiologici (pressione sanguigna, ossigenazione dei tessuti). Comprendere come questi elementi influenzino la stabilità emodinamica cerebrale è fondamentale per migliorare la cura e il neurosviluppo futuro dei piccoli pazienti prematuri. Il nostro progetto di neuromonitoraggio avanzato cerca di studiare queste inter-relazioni in tempo reale.

Comprendere e proteggere il cervello dei più piccoli

I neonati prematuri affrontano le prime settimane di vita in Terapia Intensiva Neonatale, un ambiente ad alta complessità in cui vengono sottoposti a numerosi stimoli e procedure necessari alla loro sopravvivenza: dalla ventilazione meccanica ai prelievi ematici, fino alle cure quotidiane di assistenza e contatto.

In questa fase delicatissima, che si massimizza nelle prime 72 ore di vita extrauterina, il cervello è nella sua massima vulnerabilità e particolarmente sensibile a fattori come il dolore, lo stress e le variazioni dei sistemi fisiologici (pressione sanguigna, ossigenazione dei tessuti).

Comprendere come questi elementi influenzino la stabilità emodinamica cerebrale è fondamentale per migliorare la cura e il neurosviluppo futuro dei piccoli pazienti prematuri.

Un progetto di ricerca per conoscere meglio il cervello del neonato

l nostro progetto di neuromonitoraggio avanzato nasce con l’obiettivo di studiare come il cervello dei neonati prematuri utilizza l’ossigeno e come questo cambi in base alle diverse condizioni cliniche e fisiologiche che si verificano durante la degenza in Terapia Intensiva Neonatale.

Attraverso un monitoraggio multiparametrico continuo, raccogliamo dati su:

  • frequenza cardiaca, pressione arteriosa e saturazione periferica di ossigeno,
  • saturazione cerebrale e estrazione di ossigeno (CrSO₂ e FTOE),
  • movimenti grossolani e risposte motorie spontanee,
  • condizioni cliniche differenti, come il dolore, la ventilazione meccanica invasiva o le diverse tecniche di “care” utilizzate in reparto.

Tutti i segnali vengono analizzati grazie al software ICM+, realizzato presso l’Università di Cambridge, una piattaforma di ricerca avanzata che consente di studiare in tempo reale l’autoregolazione cerebrale e le relazioni tra i diversi parametri vitali.

Obiettivi del progetto

L’obiettivo finale è personalizzare e ottimizzare le strategie di cura del neonato prematuro, per:

  • valutare come diversi stimoli (dolore, ventilazione, handling) influenzino la funzione cerebrale,
  • identificare precocemente segni di vulnerabilità neurologica,
  • testare l’efficacia delle diverse tecniche di assistenza e comfort,
  • sviluppare protocolli di cura “sartorializzati”, capaci di proteggere la salute cerebrale e migliorare il futuro neurosviluppo dei bambini più fragili.

Innovazione e impatto

Questo progetto rappresenta un passo avanti nella neuroprotezione del neonato prematuro (abbiamo fatto un video sull’uso dei corticosteroidi prenatali, un tipo di farmaco neuroprotettivo per il neonato e i suoi polmoni!), integrando le diverse informazioni che ci giungono dai nostri piccoli pazienti nelle loro prime ore di vita.

 I risultati potranno guidare nuove pratiche assistenziali e contribuire alla costruzione di una Terapia Intensiva Neonatale sempre più attenta alla salute del cervello, non solo alla sopravvivenza.

 

Quest’articolo è stato scritto da:

dr. Andrea Calandrino (UOC Patologia e Terapia Intensiva Neonatale, IRCCS Giannina Gaslini)

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