La giornata della marsupio terapia è giornata dedicata a sensibilizzare sull’importanza di questo metodo di cura che consiste nel contatto pelle a pelle tra madre e neonato, specialmente neonati prematuri.
Per celebrala quest’anno abbiamo chiesto a due famiglie di lasciarci un loro pensiero che vi riportiamo qui in versione integrale:
“La delicatezza e fragilità dei bambini prematuri ti lascia con la paura anche solo di sfiorarli.
Essere genitori di fronte ad un’incubatrice é cosi diverso e doloroso, eppure, poter mettere un dito, una mano ferma dentro al loro piccolo mondo e poterli toccare, é stupendo. Per noi ha significato tanto.
Ci aggrappavamo a quel piccolo, fermo, tocco, sul piedino.
Stavamo ore in piedi a fissare Pietro e poterlo toccare era tanto, tantissimo. Un nostro dirgli “ci siamo, non sei solo” e allo stesso tempo lui con il suo calore e i suoi piccoli movimenti trasmetteva a noi speranza e vita, pur in mezzo alla sofferenza.
Con il passare dei giorni dal piedino toccavamo la mano e poi nei giorni di maggiore stabilità entrambe le mani potevano entrare nell’ incubatrice e toccarlo.
É stato anche quello del contatto, un percorso, un cammino. Di attesa e pazienza.
Quello che per tante mamme era più che normale, poter mettere le mani attorno al proprio figlio, per noi era un traguardo.
E dal piede, alla mano, a tutto il corpo, al fare la marsupio terapia.
Questo momento di cura e delicatezza ci ha insegnato molto. La pazienza, l’attesa, la speranza.
Un momento prezioso, intimo, delicato. Poter stare, stare fermi lì, in silenzio, e abbracciare nostro figlio.
E se penso a quante ore fermi abbiamo fatto la marsupio terapia, cosi con il calore di Pietro, sentivamo di essere mamma e papà.
MAMMA E PAPÀ di PIETRO”
“L’ingresso in TIN era l’occasione per avere un contatto diretto con quel piccolo tanto sperato, tanto voluto e tanto amato.
Accarezzarlo e abbracciarlo per capire che non era solo un sogno ma realtà. Così piccolo Andrea era lì con noi e con tutto sé stesso si aggrappava alla vita con la tenacia di un leone dandoci la forza per non mollare e non farci sopraffare dalle paure e le preoccupazioni in un contesto così difficile e in un percorso così stressante durato quasi 3 mesi.
La marsupio era il momento più atteso di ogni giornata. Non vedevamo l’ora di chiedere alle dolci e premurose infermiere di poterci aiutare a tenerlo fra le nostre braccia, sentire il calore del suo corpicino, il profumo della sua pelle, il suo respiro sul nostro petto e percepire il battito del suo cuore così piccolo ma tanto forte.
Finalmente un momento tutto nostro; il momento per creare un legame genitore/figlio superando la barriera dell’incubatrice, un momento per sentirci utili, donargli sollievo e confortarci a vicenda, regalandoci calore, coccole e tenerezze dimenticando qualsiasi paura e ansia. Tenerezze e istanti indimenticabili ed impossibili da spiegare!
MAMMA E PAPÀ di ANDREA”